I PROBLEMI DEI QUATTRO FONDI DI POSTE ITALIANE

Poste Italiane tra il 2001 e il 2005 ha proposto ai risparmiatori l’acquisto di quote, per il valore di € 2.500,00 di quattro fondi chiusi denominati:

  • Invest Real Security, con scadenza originaria al 31 dicembre 2013, prorogata di anni tre;
  • Obelisco, con scadenza originaria al 31 dicembre 2013, prorogata di anni tre;
  • Europa Immobiliare 1, con scadenza originaria al 31 dicembre 2014, prorogato di anni tre;
  • Alpha Immobiliare, con scadenza originaria al 27 giugno 2015, prorogata di 15 anni.

Quote collocate da Poste Italiane senza una adeguata informativa al cliente/risparmiatore circa il fatto che l’investimento avesse carattere speculativo e quindi fosse rischioso.

E infatti le quote dei citati fondi hanno subito una vistosa e continua diminuzione del proprio valore come segue:

  • Invest Real Security: la quota al 28 dicembre 2016 vale € 410,00;
  • Obelisco: la quota al 20 gennaio 2017 vale € 210,00;
  • Europa Immobiliare 1: la quota al 20 gennaio 2017 vale € 972,50;
  • Alpha Immobiliare: la quota al 20 gennaio 2017 vale € 1.312,00.

Per non parlare della resa insufficiente dei titoli medesimi:

  • Invest Real Security, la quota ha reso dividendi pari al 15% del suo valore ed è stata rimborsata per € 25,00;
  • Obelisco, la quota ha reso dividenti pari al 1% del suo valore ed è stata rimborsata per € 300,00;
  • Europa Immobiliare 1, la quota ha reso dividenti pari al 17% del suo valore ed è stata rimborsata per € 0,00 (zero);
  • Alpha Immobiliare, la quota ha reso dividenti pari al 75% del suo valore ed è stata rimborsata per € 0,00 (zero),

dove per valore si intende il valore originario (€ 2.500,00), i dividendi sono gli utili derivanti dalla gestione dei beni del fondo (quello che dovrebbe essere la resa vera per il risparmiatore) e rimborsi sono le somme versate ai titolari delle quote a titolo di parziale rimborso del capitale originario e che derivano dalla vendita di immobili del fondo (non costituiscono la resa per il risparmiatore ma solo il rimborso parziale dei soldi dati al fondo all’atto della costituzione, soldi che il risparmiatore ha diritto di avere rimborsati).

I fondi immobiliari devono vendere il proprio patrimonio immobiliare per rimborsare innanzitutto le quote dei risparmiatori, ma tutti sappiamo quanto sia difficile la situazione del mercato immobiliare e che pertanto i fondi avranno grandi difficoltà a vendere i propri beni ai prezzi ipotizzati tra il 2001 e il 2005, quando il mercato immobiliare era ai massimi livelli di quotazioni.

Tanto è vero che le quotazioni di borsa delle quote dei citati fondi indicano una perdita tra il 92% e il 48 % del valore originale della quota.

Peccato che Poste Italiane avesse consigliato ai risparmiatori l’acquisto delle quote sostenendo che si trattava di un investimento sicuro perché proposto quale risparmio postale e con la garanzia che, a dire di Poste Italiane, generalmente offre il mattone.

In questi giorni Poste Italiane ha formulato ai risparmiatori una proposta di rimborso che prevede quanto segue:

al risparmiatore verrà rimborsato il valore originale della quota (€ 2.500,00) detratte:

  • le somme percepite per dividendi e rimborsi nel corso degli anni di validità del fondo;
  • la somma percepita al momento della liquidazione e chiusura del fondo.

Per le persone che hanno compiuto 80 anni entro il 31 dicembre 2016, il rimborso avverrà mediante pagamento di una somma di denaro, per tutti gli altri mediante una polizza vita nella quale i risparmiatori dovranno versare le somme liquidate dal fondo.

L’Unione Bergamasca Consumatori osserva che trattasi di una proposta iniqua:

  • in primo luogo perché a tutti i titolari di quote dei fondi sopra indicati, di età inferiore a 80 anni al 31 dicembre 2016, non viene versato un Euro di rimborso, anzi quei pochi Euro che i risparmiatori dovessero percepire con la chiusura del fondo (si parla di poche centinaia di Euro) verrebbero versati nella polizza vita, che è un prodotto di Poste Italiane.

Con l’ulteriore risultato che Poste Italiane potrebbe incassare tutte le somme liquidate ai titolari delle quote (poche per ognuno di loro ma se sommate si parla di milioni di Euro per il solo fondo Invest Real Security);

  • in secondo luogo perché nel conteggio del rimborso Poste Italiane inserisce in detrazione anche le somme percepite negli anni dai titolari delle quote a titolo di dividendo quando il dividendo dovrebbe essere la resa effettiva, cioè in parole semplici il “guadagno” per il risparmiatore.

 

Per questi motivi l’Unione Bergamasca Consumatori è a disposizione di chiunque necessiti di ulteriori informazioni ed è intenzionata a promuovere un’iniziativa giudiziaria contro Poste Italiane a tutela dei diritti dei titolari delle quote dei fondi sopra indicati.