“La questione dei diamanti venduti attraverso le banche.

Come è noto l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato e concluso due indagini sull’offerta e la vendita di diamanti da investimento, in particolare nei confronti di Intermarket Diamond Business (Idb) e Diamond Private Investment (Dpi), che mediante alcuni istituti di credito quali Unicredit e Banco BPM, Intesa Sanpaolo e Banca Monte dei Paschi di Siena e nella nostra provincia il Credito Bergamasco (ora Banco Popolare).

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha individuato vari profili di scorrettezza che hanno riguardato le informazioni ingannevoli e omissive diffuse attraverso il sito e il materiale promozionale dalle stesse predisposto in merito: a) al prezzo di vendita dei diamanti, presentato come quotazione di mercato, frutto di una rilevazione oggettiva pubblicata sui principali giornali economici; b) all’andamento del mercato dei diamanti, rappresentato in stabile e costante crescita; c) all’agevole liquidabilità e rivendibilità dei diamanti alle quotazioni indicate e con una tempistica certa; e d) alla qualifica dei professionisti come leader di mercato.

Le banche erano consapevoli di questa situazione tanto è vero che sono state sanzionate.

Ora le banche devono risarcire i clienti.

Per questi motivi l’Unione Bergamasca Consumatori è a disposizione di chiunque necessiti di ulteriori informazioni ed è intenzionata a promuovere un’iniziativa giudiziaria finalizzato al risarcimento di coloro che hanno acquistato detti diamanti”.

 

PROBLEMI CON RYANAIR

Se avete problemi con questa compagni aerea, telefonateci 035 24 22 82, vi metteremo in contatto con i nostri legali, che vi aiuteranno a richiedere risarcimento/compensazione per i danni subiti.

NO ALLA FATTURAZIONE OGNI 28 GIORNI

STOP

Da qualche mese i principali operatori della telefonia mobile hanno modificato la periodicità nell’invio delle bollette: la fatturazione non è più mensile, ma settimanale, in pratica hanno deciso di inviare una bolletta ogni 28 giorni. Ciò significa che le mensilità diventano 13 e non più 12, comportando un aggravio delle tariffe in media dell’8,6%.

Per rispondere alle migliaia di lamentele che sono arrivate agli sportelli dell’associazione e dire basta a questo abuso l’Unione Nazionale Consumatori lancia la campagna #nofattura28giorni

Clicca sul link qui sopra per aderire, grazie!

Unione nazionale consumatori denuncia Sky per fatturazione a 28 giorni

ANTITRUST: denunciata Sky per la fatturazione a 28 giorni

Dopo la modifica (da mensile a settimanale) della periodicità delle bollette operata dalle società telefoniche, anche Sky invierà la fattura ogni 28 giorni con aumenti per i consumatori dell’8,6%. L’Unc chiede l’intervento dell’Autorità Antitrust.

Roma, 7 settembre 2017 – “Ridurre il periodo di fatturazione da 30 a 28 giorni significa far pagare ai consumatori una mensilità in più ogni anno con un incremento tariffario dell’8,6 per cento. Per questo abbiamo denunciato Sky Italia all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato”. E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, chiedendo l’intervento dell’Autorità a seguito di numerose segnalazione giunte agli sportelli dell’associazione.

La fatturazione ogni 4 settimane invece che ogni mese, non solo pesa sui bilanci familiari, ma rende anche difficoltosa la comparazione delle offerte. Inoltre, come denunciano molti consumatori che hanno scritto all’Unc, Sky Italia avrebbe adottato pratiche volte a rendere difficoltoso il recesso di quanti hanno deciso di sciogliersi dal contratto a seguito della variazione.

Unione Bergamasca Consumatori ha reso ” felici ” 44 passeggeri del volo Ryanair Parigi – Orio al Serio

Dopo 5 anni si chiude finalmente l’odissea dei passeggeri del volo RYANAIR Parigi – Orio: il Giudice di Pace di Bergamo ha con la sentenza di condanna reso giustizia ai passeggeri che hanno fatto causa alla Ryanair per la disavventura che ha avuto inizio una notte di un gelido febbraio del 2012, quando i passeggeri del volo che li avrebbe dovuti riportare da Parigi ad Orio Al Serio sono stati fatti scendere dal veivolo per un asserito difetto meccanico e lasciati un’intera notte al freddo nell’hangar dell’aeroporto dove arrivano i bagagli, per terra al buio e  senza coperte, senza cibo nè acqua, dentro un aereoporto (Parigi Beauvais) in cui tutti i servizi di ristorazione chiudono già dalla mezzanotte.

I 44 passeggeri che hanno avuto il coraggio di intentare la causa rivolgendosi all’Unione Bergamasca Consumatori si sono visti riconoscere dal Giudice di Pace di Bergamo il giusto indennizzo previsto dalle normative internazionali  in caso di negato imbarco, cancellazione del volo o ritardo di oltre 3 ore  che invece la Rynair aveva ostinatamente loro negato.

 

 

 

I PROBLEMI DEI QUATTRO FONDI DI POSTE ITALIANE

Poste Italiane tra il 2001 e il 2005 ha proposto ai risparmiatori l’acquisto di quote, per il valore di € 2.500,00 di quattro fondi chiusi denominati:

  • Invest Real Security, con scadenza originaria al 31 dicembre 2013, prorogata di anni tre;
  • Obelisco, con scadenza originaria al 31 dicembre 2013, prorogata di anni tre;
  • Europa Immobiliare 1, con scadenza originaria al 31 dicembre 2014, prorogato di anni tre;
  • Alpha Immobiliare, con scadenza originaria al 27 giugno 2015, prorogata di 15 anni.

Quote collocate da Poste Italiane senza una adeguata informativa al cliente/risparmiatore circa il fatto che l’investimento avesse carattere speculativo e quindi fosse rischioso.

E infatti le quote dei citati fondi hanno subito una vistosa e continua diminuzione del proprio valore come segue:

  • Invest Real Security: la quota al 28 dicembre 2016 vale € 410,00;
  • Obelisco: la quota al 20 gennaio 2017 vale € 210,00;
  • Europa Immobiliare 1: la quota al 20 gennaio 2017 vale € 972,50;
  • Alpha Immobiliare: la quota al 20 gennaio 2017 vale € 1.312,00.

Per non parlare della resa insufficiente dei titoli medesimi:

  • Invest Real Security, la quota ha reso dividendi pari al 15% del suo valore ed è stata rimborsata per € 25,00;
  • Obelisco, la quota ha reso dividenti pari al 1% del suo valore ed è stata rimborsata per € 300,00;
  • Europa Immobiliare 1, la quota ha reso dividenti pari al 17% del suo valore ed è stata rimborsata per € 0,00 (zero);
  • Alpha Immobiliare, la quota ha reso dividenti pari al 75% del suo valore ed è stata rimborsata per € 0,00 (zero),

dove per valore si intende il valore originario (€ 2.500,00), i dividendi sono gli utili derivanti dalla gestione dei beni del fondo (quello che dovrebbe essere la resa vera per il risparmiatore) e rimborsi sono le somme versate ai titolari delle quote a titolo di parziale rimborso del capitale originario e che derivano dalla vendita di immobili del fondo (non costituiscono la resa per il risparmiatore ma solo il rimborso parziale dei soldi dati al fondo all’atto della costituzione, soldi che il risparmiatore ha diritto di avere rimborsati).

I fondi immobiliari devono vendere il proprio patrimonio immobiliare per rimborsare innanzitutto le quote dei risparmiatori, ma tutti sappiamo quanto sia difficile la situazione del mercato immobiliare e che pertanto i fondi avranno grandi difficoltà a vendere i propri beni ai prezzi ipotizzati tra il 2001 e il 2005, quando il mercato immobiliare era ai massimi livelli di quotazioni.

Tanto è vero che le quotazioni di borsa delle quote dei citati fondi indicano una perdita tra il 92% e il 48 % del valore originale della quota.

Peccato che Poste Italiane avesse consigliato ai risparmiatori l’acquisto delle quote sostenendo che si trattava di un investimento sicuro perché proposto quale risparmio postale e con la garanzia che, a dire di Poste Italiane, generalmente offre il mattone.

In questi giorni Poste Italiane ha formulato ai risparmiatori una proposta di rimborso che prevede quanto segue:

al risparmiatore verrà rimborsato il valore originale della quota (€ 2.500,00) detratte:

  • le somme percepite per dividendi e rimborsi nel corso degli anni di validità del fondo;
  • la somma percepita al momento della liquidazione e chiusura del fondo.

Per le persone che hanno compiuto 80 anni entro il 31 dicembre 2016, il rimborso avverrà mediante pagamento di una somma di denaro, per tutti gli altri mediante una polizza vita nella quale i risparmiatori dovranno versare le somme liquidate dal fondo.

L’Unione Bergamasca Consumatori osserva che trattasi di una proposta iniqua:

  • in primo luogo perché a tutti i titolari di quote dei fondi sopra indicati, di età inferiore a 80 anni al 31 dicembre 2016, non viene versato un Euro di rimborso, anzi quei pochi Euro che i risparmiatori dovessero percepire con la chiusura del fondo (si parla di poche centinaia di Euro) verrebbero versati nella polizza vita, che è un prodotto di Poste Italiane.

Con l’ulteriore risultato che Poste Italiane potrebbe incassare tutte le somme liquidate ai titolari delle quote (poche per ognuno di loro ma se sommate si parla di milioni di Euro per il solo fondo Invest Real Security);

  • in secondo luogo perché nel conteggio del rimborso Poste Italiane inserisce in detrazione anche le somme percepite negli anni dai titolari delle quote a titolo di dividendo quando il dividendo dovrebbe essere la resa effettiva, cioè in parole semplici il “guadagno” per il risparmiatore.

 

Per questi motivi l’Unione Bergamasca Consumatori è a disposizione di chiunque necessiti di ulteriori informazioni ed è intenzionata a promuovere un’iniziativa giudiziaria contro Poste Italiane a tutela dei diritti dei titolari delle quote dei fondi sopra indicati.

 

 

OFFERTA DI TRANSAZIONE BANCA POPOLARE DI VICENZA E VENETO BANCA

Negli ultimi giorni la Banca Popolare di Vicenza e la Veneto Banca stanno inviando ai propri azionisti una lettera contenente un’Offerta di Transazione mediante la quale, a fronte della rinuncia ad ogni pretesa relativa all’investimento complessivo in azioni della Banca, corrisponderanno un riconoscimento economico (9 euro per azione da parte della Popolare di Vicenza e il 15% del valore di acquisto, al netto delle cedole già liquidate, da parte di Veneto Banca) nonché uno sconto su alcuni prodotti e servizi bancari e di rendimenti maggiorati sulle nuove somme che verranno depositate presso la Banca.

Si ricorda che gli azionisti (in genere privati risparmiatori, molti pensionati) hanno acquistato delle azioni a un prezzo stabilito dalla banca e che non corrispondeva al reale valore del titolo che era prossimo a zero; infatti tra il 2012 e il 2015, a seguito delle verifiche della Bce (Banca Centrale Europea) è emersa la reale disastrosa situazione economica delle due banche con la conseguenza che il valore delle azioni è crollato di circa il 90%.

Si indica non a caso il termine “risparmiatori” perché un’altra questione non sufficientemente evidenziata nel comportamento delle due banche è che coloro che hanno acquistato le azioni delle medesime non avevano alcun interesse a diventare soci di Banca Popolare di Vicenza ovvero di Veneto Banca, bensì era loro intenzione investire i propri risparmi in titoli sicuri e non in titoli speculativi e meno che mai in azioni già deteriorate al momento dell’acquisto.

Si aggiunga che le due banche al momento della vendita delle proprie azioni non informavano i risparmiatori circa le peculiari caratteristiche dei titoli: non erano titoli quotati in borsa e non era possibile venderli a terzi mediante i comuni strumenti della borsa italiana, erano privi di una circolare informativa o documento equivalente e soprattutto erano azioni il cui valore era di molto inferiore a quello di vendita propinato ai  risparmiatori.

Si aggiunga che spesso le due banche imponevano l’acquisto dell azioni a coloro che richiedevano la concessione di mutui e/o finanziamenti.

Questo il quadro di massima.

Ora le due banche, di fronte all’indignazione dei risparmiatori/azionisti e al pericolo di essere coinvolte in cause giudiziarie dagli esiti pericolosi per i due istituti, hanno proposto una via conciliativa che in sintesi prevede il pagamento di un “contentino” ai possessori delle azioni:

  • € 9,00 per azione possedute dal risparmiatore, da parte di Popolare di Vicenza;
  • il 15% del valore della azioni possedute dal risparmiatore, da parte di Veneto Banca.

In altre parole le due banche stanno tentando di evitare i procedimenti giudiziari con un rimborso/risarcimento di modestissima entità e oltretutto nemmeno sicuro perchè la proposta delle due banche è condizionata al fatto che un grande numero di azionisti, almeno l’80% aderisca alla proposta transattiva.

La proposta prevede che le due banche, dopo aver ottenuto la firma dell’accettazione della proposta transattiva da parte degli azionisti aderenti alla conciliazione, potrebbero dire: ” non se ne fa più nulla”.

Ennesimo esempio di tracotanza nei confronti dei risparmiatori.

L’Unione Bergamasca Consumatori sconsiglia di aderire a tale iniziativa di conciliazione e di non firmare nulla, ma di rivolgersi alla nostra Associazione che tramite i propri legali saprà darVi utili informazioni in merito.