TEEM – Pedaggio salasso

«Teem? Mai passato: rimborsatemi»
Pedaggio salasso: l’odissea di un lettore

È diventata una questione di principio. Un nostro lettore da una ventina di giorni sta tentando di farsi rimborsare il pedaggio della Tangenziale est esterna di Milano (Teem), che non ha mai percorso.

Marco si è rivolto all’ufficio reclami di Autostrade per l’Italia perché per andare a Borgo Val di Taro, entrando dal casello di Bergamo, ha percorso l’A4 fino a Brescia A4, quindi la E70 fino a Fiorenzuola, 40 Km sulla A1 fino a Parma e infine la Cisa A15 fino all’uscita Borgo Val di Taro.
Il conto gli è rimasto particolarmente indigesto: così si è rivolto agli uffici della società per segnalare «l’esorbitante aumento della tariffa autostradale che in un anno aumentata ben del 27% passando dai 15,80 euro del 2014 a 20,00 euro nel 2015».
Così ha scoperto che l’inghippo: come L’Eco di Bergamo aveva segnalato in un articolo della scorsa estate , in pratica gli era stato addebitato il costo della Teem. Sì, perché come ha confermato al nostro lettore l’ufficio reclami – gli addebiti dei pedaggi avvengono
«partendo dal presupposto che, in presenza di più alternative, il cliente scelga la via pi breve per compiere il suo viaggio».
Certo di aver subito «quella che secondo me è una piccola truffa» il nostro lettore ha deciso comunque di andare avanti e di chiedere il rimborso del pedaggio Teem. La richiesta è stata inviata venerdì 2 ottobre: scopriremo più avanti se ci è riuscito.
Nel frattempo ha voluto condividere il suggerimento, se non si vuole pagare inutilmente la Teem, di utilizzare il casello di Seriate.

Perché? Ecco alcuni esempi a confronto:
Bergamo – Parma: Euro 15,00
Seriate – Parma: Euro 10,50

Bergamo – Aulla: 26,10
Seriate – Aulla: 21,50

Se anche Vi siete trovati nella stessa situazione rivolgeteVi all’UNIONE BERGAMASCA CONSUMATORI in Via Tasso 82, Bergamo.

Conciliazione, domani al via nuova procedura

Liti tra consumatori e aziende? Da domani ci sarà una nuova procedura più semplice e uniforme per la risoluzione alternativa delle controversie, come previsto dal decreto legislativo n. 130 approvato il 6 agosto 2015 in attuazione della direttiva 2013/11/UE. “Finalmente è prevista un’armonizzazione a livello nazionale di tutte le procedure di conciliazione esistenti” commenta Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori, che però lancia un allarme: restano fuori le società di recupero crediti?

 

conciliazioneDa domani, con l’entrata in vigore del decreto, tutte le conciliazioni attualmente svolte da vari organismi (Corecom, Autorità per l’energia elettrica ed il gas, Autorità delle comunicazioni, Arbitro Bancario e Finanziario) avranno una procedura uniforme, sia in termini di formazione e requisiti dei conciliatori, sia rispetto alla domanda di conciliazione che deve compilare il consumatore per accedere alla procedura.

“Una semplificazione necessaria ed un passo avanti nella direzione della trasparenza. Una legge che facilita l’accesso e valorizza strumenti che sono importanti per poter esercitare i propri diritti, ma soprattutto per ottenere una soluzione molto veloce e a costi sempre contenuti, spesso gratuiti, con ricadute ed effetti indiretti molto positivi in termini di decongestione del contenzioso nei tribunali e di riduzione dei tempi della giustizia” spiega Dona che però aggiunge:“Unica macchia della legge, sono le esclusioni da questa procedura. In particolare quelle previste dal punto 8, lettera f, secondo cui la nuova norma non si applica alle procedure avviate da un professionista nei confronti di un consumatore che sembra escludere tutte le vertenze per le quali il professionista ha già attivato delle procedure“.

Secondo il Segretario dell’UNC si tratta di “un articolo preoccupante, in particolare, rispetto alle società di recupero crediti, perché sembra esclusa la possibilità per il consumatore di accedere alla conciliazione per contestare un addebito, se il professionista creditore ha già ceduto il credito ad una società di recupero crediti. Sarebbe un bel regalo alla lobby delle società di recupero crediti che già vessano i consumatori con richieste pressanti, al limite della scorrettezza” ha concluso l’avv. Dona.

PASSAPORTO ANTITRUFFA

Disponibili copie gratuite presso il nostro ufficio in Via Torquato Tasso. Venite e ritirarlo!

L'UNIONE CONSUMATORI CREA IL PASSAPORTO ANTITRUFFA

IL RIMBORSO UNIACQUE

Uniacque sul proprio sito riconosce che La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 335 del 10 ottobre 2008, abbia dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 14, comma 1, della legge 5 gennaio 1994, n. 36 e dell’articolo 155, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 nella parte in cui prevedono che la quota di tariffa riferita ai servizi di pubblica fognatura e di depurazione siano dovute dagli utenti anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi; pertanto dopo la sentenza della Corte Costituzionale Uniacque non avrebbe dovuto richiedere agli utenti la quota di tariffa riferita ai servizi di pubblica fognatura e di depurazione.

Uniacque dichiara che il D.M. n. 102 del 30 settembre 2009, ha stabilito la procedura di rimborso delle quote inerenti la depurazione, infatti il citato decreto ministeriale, all’art. 7 prevede che Uniacque avrebbe dovuto restituire ad ogni singolo richiedente avente diritto la somma non dovuta entro il termine di cinque anni dalla data del 1° ottobre 2009; pertanto i termini previsti dal decreto ministeriale citato non sono rispettati né per il periodo dal 15 ottobre 2003 al 15 ottobre 2008, i cui rimborsi sono previsti solo se richiesti e a partire dal 02 gennaio 2016, né per quello dal 16 ottobre 2008 al 31 dicembre 2014 i cui rimborsi sono previsti nel presente mese di maggio 2015.

Uniacque dichiara che riconoscerà sui rimborsi per il periodo dal 15 ottobre 2003 al 15 ottobre 2008 un interesse del 9.216% ma non specifica che tali interessi decorreranno solo dal 08 febbraio 2010, e non dal reale percepimento da parte di Uniacque delle somme non dovute,  sino al 31/12/2015.

Nelle norme e nei documentazioni indicate sul sito di Uniacque non è prevista la possibilità per Uniacque di richiedere un qualsivoglia esborso agli utenti per la pratica della restituzione.

ATTENTI ALLE FINTE PAGINE GIALLE!!!

Imprese nel tranello di finte pagine gialle.

La richiesta via mail è un contratto da 1.155 euro. Seat Pagine Gialle dichiara: ” Non c’entriamo niente, diffidate.”

COME TI SPOSTI IN CITTA’?

Quali sono le preferenze dei consumatori in tema di trasporti in città? La scelta ricade sul trasporto pubblico, il mezzo di proprietà o il servizio taxi? E quanto la sharing economy sta cambiando le abitudini di tutti? Proprio per dare una risposta a queste domande, l’Unione Nazionale Consumatori ha realizzato il sondaggio “Trasporti in città: e tu, quale preferisci?”

L’obiettivo è dare una risposta alle principali domande in tema di mobilità cittadina: quanti consumatori si affidano al trasporto pubblico? In quali casi l’automobile resta il mezzo privilegiato? Le nuove piattaforme di condivisione (Car2Go, Eni Enjoy, UberPop, BlaBlaCar, etc.) rappresentano una buona alternativa? E nella scelta di un servizio di car sharing, cos’è per i cittadini sinonimo di sicurezza?

Per rispondere al sondaggio e visualizzare i risultati in tempo reale, basteranno solo pochi minuti: non aspettare, dicci la tua! Vai al sondaggio.

AUMENTO BOLLETTE ACQUA: PERCHE’?

“Ci saranno rincari nella bolletta dell’acqua, ma non possiamo certamente parlare di stangata”. E’ quanto dichiara Pieraldo Isolani, Responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando l”introduzione del Metodo Tariffario Idrico da parte dell’Autorità per l’energia Elettrica il Gas e il Sistema Idrico che  provocherà aumenti medi del 3,9% nel 2014 e del 4,8% nel 2015 per la gran parte dei clienti domestici.

“Il nuovo metodo tariffario idrico -spiega l’esperto- cerca di omogeneizzare gradualmente i criteri di determinazione delle tariffe idriche (e i costi che in esse devono essere compresi), attualmente assai diversi fra loro, mirando ad evitare che nelle tariffe siano compresi costi impropri (es. depurazione anche se non viene fatta) e dall’altro a facilitare gli investimenti necessari a ristrutturare la rete idrica che è un vero e proprio colabrodo (oltre 30% di perdite). Gli aumenti in bolletta, dunque, derivano dagli investimenti da fare nella rete idrica nei prossimi 4 anni per circa 4,5 MLD Eur, ma siamo nell’ordine dei 10/15 euro l’anno a famiglia. Più che altro, dunque, sarebbe il caso che l’Autorità vigilasse affinché gli investimenti previsti siano effettivamente effettuati”.

“Ci sembra prioritario, inoltre -aggiunge Isolani- estendere a tutte le famiglie in difficoltà il Bonus Idrico, in modo che a nessuno sia tolta la fornitura dell’acqua. Su questo piano l’Autorità sta svolgendo un’indagine per verificare i diversi bonus esistenti per poi fare una proposta di omogeneizzazione, ma ci sembra che si stia facendo ancora troppo poco e che i tempi previsti siano troppo lunghi. Infine è fondamentale risolvere il problema delle bollette di conguaglio, sempre troppo numerose e con importi rilevanti, che mettono in crisi le famiglie”.

DIFENDERSI DAL RECUPERO CREDITI AGGRESSIVO

Nei mesi scorsi numerosi consumatori si sono rivolti a noi denunciando di aver ricevuto da parte della società di recupero crediti Ge.Ri comunicazioni dai toni piuttosto aggressivi.

Purtroppo casi del genere sono sempre più comuni e, complice la crisi economica, il recupero crediti sembra diventato il business del momento.

Dunque, come ci si può difendere?
La prima cosa alla quale dobbiamo prestare attenzione è la corretta verifica circa la reale esistenza del debito: teniamo in considerazione che alcune società si affidano a comunicazioni improvvisate  che sono facilmente riconoscibili perchè il riferimento alla posizione debitoria è molto superficiale è generico (si tratta spesso di messaggi che ci arrivano via e-mail oppure per posta).

In generale, è illegittima ogni modalità di ricerca del debitore, presa di contatto, sollecitazione che sia lesiva della sua riservatezza o della dignità personale: si pensi a quelle sgradite sollecitazioni sull’utenza telefonica fissa o mobile, all’invio di sms, ecc…

Ma si arriva persino alle visite a domicilio o sul luogo di lavoro, talvolta con apposizioni di messaggi sulla porta di casa idonei a violare le più elementari regole di rispetto della privacy.

E’ bene inoltre fare attenzione a tutte quelle affermazioni non veritiere utilizzate per indurre i consumatori a pagare: non è vero che il mancato pagamento di un debito può comportare il carcere, non è vero che può portare alla dichiarazione di fallimento, non è vero che al mancato pagamento del debito può fare seguito il pignoramento dei beni o dello stipendio perchè in questo caso è necessario che intervenga un provvedimento del giudice.

Ricordiamo che per problemi con società di recupero crediti aggressive è possibile contattarci all’indirizzo: unioneconsumatoribg@alice.it oppure al numero 035/242282.