CONSUMATORI E BANCHE: COME CAMBIA IL RAPPORTO AL TEMPO DI INTERNET

 

Roma, 22 giugno 2018 – “Hai un accesso online al tuo conto corrente? Sei soddisfatto del servizio online che ti offre la tua banca? Cosa vorresti fosse migliorato? Sono queste alcune delle domande presenti nella survey ‘Consumatori e banche al tempo di Internet’ lanciata dall’Unione Nazionale Consumatori sul sito www.consumatori.it e sui suoi canali social”. E’ quanto si legge in una nota della prima associazione dei consumatori in Italia.

“L’indagine -spiega Massimiliano Dona, presidente dell’UNC- è stata realizzata per indagare in che modo sia cambiato e continui a trasformarsi il rapporto tra consumatori e banche al tempo di Internet, qual è il grado di soddisfazione degli utenti e quali aspetti vorrebbero che fossero migliorati nei servizi di home banking”.

Per partecipare, basterà rispondere a poche semplici domande. Che aspetti? Raccontaci anche tu la tua esperienza! PARTECIPA SUBITO ALL’INDAGINE

 

 

STORICA VITTORIA DELL’UNIONE BERGAMASCA CONSUMATORI CONTRO ENI

Storica vittoria contro ENI: grazie ad una causa avanzata dai nostri legali, il TRIBUNALE DI ROMA ha emesso una memorabile sentenza  contro la Eni che richiedeva il pagamento di fatture abnormi ad un nostro associato ( sent. 71010/2018).

Il Giudice nell’accogliere la nostra opposizione, ha revocato il decreto ingiuntivo assolutamente ingiusto con cui la Eni aveva richiesto  il pagamento della somma spropositata di oltre € 75.000,00 per asserita fornitura di energia elettrica ed ha stabilito che, non solo il nostro associato non dovesse neppure un euro alla Eni, ma che al contrario fosse la Eni a dovere al nostro associato dei soldi, condannandola a restituire non solo euro 84,86, oltre interessi, ma anche le spese legali per oltre 7.000 euro!

Noi dell’Unione Bergamasca Consumatori siamo  in grado di verificare quali siano i reali consumi (metri cubi per il gas e/ o kw per l’erogazione di energia elettrica) legittimamente dovuti dai nostri associati e siamo riusciti , quindi, ad ottenere non solo la restituzione delle somme dovute all’utente, ma anche frenare le illegittime azioni dei giganti delle società erogatrici come Eni !

I 10 COSTI DELLA TELEFONIA CHE NON TI ASPETTI…

La telefonia si conferma regina incontrastata dei reclami che ogni giorno giungono agli sportelli dell’Unione Nazionale Consumatori; negli ultimi mesi, complice il “pasticcio” della fatturazione a 28 giorni, il numero di segnalazioni è persino triplicato!

Anche se spesso si tratta di cifre irrisorie, pochi centesimi o qualche euro, sul lungo periodo possono fare la differenza. E poi a far arrabbiare i consumatori è l’atteggiamento di quelle compagnie che fanno del rapporto con il cliente il proprio vanto per poi somministrarci tutte queste opacità alla prima occasione.

Avete una minima idea di quanti costi sono nascosti nella nostra bolletta del telefono? Questi importi, dei quali spesso neanche ci accorgiamo, fanno lievitare la fattura mese dopo mese!

Noi dell’Unione Nazionale Consumatori abbiamo dichiarato una guerra totale alle aziende delle Telco a seguito della vicenda delle bollette a 28 giorni: abbiamo denunciato le scorrettezze informative sul recesso, gli inganni della fibra ed ora abbiamo lanciato una ampia denuncia degli operatori Tim, Vodafone, WindTre e Fastweb all’Autorità Antitrust con l’accusa di addebitare in modo non trasparente alcuni costi dei servizi.

E voi conoscete ogni singola voce della vostra bolletta? Date un’occhiata a questi 10 addebiti e ne scoprirete delle belle! E per commentare sui social utilizzate l’hashtag #costinascosti. 

  1. ChiamaOra”, “Ti ho cercato”, “Chiamami”: sono i servizi che avvisano l’utente nei casi in cui non è stato possibile contattarlo. Il problema è che non tutti sanno che sono servizi a pagamento! Nello specifico: Vodafone richiederebbe € 0,12 al giorno (ma solo quando utilizzato), Wind€ 0,19 a settimana, Tre € 1,50 euro al mese e Tim € 1,90 al bimestre.
  2. L’ascolto dei messaggi in segreteriaha un costo, ma non è comunicato adeguatamente ai consumatori. Tre, ad esempio, fa pagare € 0,20 a chiamata indipendentemente dalla durata della chiamata o dall’ascolto dei messaggi, mentre per Tim il costo per l’ascolto dei messaggi ricevuti varia a seconda del piano tariffario; più cara Vodafone, che per ogni chiamata alla segreteria telefonica per ascoltare i messaggi o per personalizzare le impostazioni richiede 1,50 euro al giorno (solo in caso di utilizzo).
  3. piani tariffari basequanto costano? Tim, Vodafone e Wind pretenderebbero circa € 0,50 centesimi a settimana. In particolare, Tim avrebbe attivato automaticamente l’opzione “TIM Base” unitamente ad offerte promozionali in modo gratuito per i primi 30 giorni e, al contempo, previsto un costo per la disattivazione di 3 euro (importo ingiustificato perché all’utente viene attivato un piano tariffario a sua insaputa, che è gratuito solo all’apparenza, atteso che per disdirlo deve pagare 3 euro).
  4. “costi di incasso” o “altri costi”: sembrerebbe che tutti gli operatori addebitino a carico degli utenti, indipendentemente dalla modalità di pagamento prescelta, i costi di incasso. Non è dato sapere a quali servizi siano imputati tali costi che, tuttavia, si trovano puntualmente fatturati nelle bollette. Ad esempio, Fastwebprevede il pagamento di € 1,81 sotto la voce “altri costi”, sebbene non specifica, neanche in via generica, a cosa sarebbe imputabile tale somma.
  5. Il “tutto incluso”non è sempre reale… alcuni operatori non informerebbero i propri clienti dell’addebito di costi aggiuntivi per chiamate da linea fissa sebbene il contratto di abbonamento preveda la formula “tutto incluso”.Ci risulta ad esempio che Tim richieda il pagamento a consumo di chiamate verso altri operatori (per il momento è stato accertato nei confronti di Fastweb) nonostante il contratto con l’utente preveda che fossero incluse.
  6. Il pagamento della chiamata per conoscere il credito residuoVodafoneprevede un costo pari a € 0,40 per ogni telefonata al numero 414: beffa nelle beffe visto che nessun altro operatore la prevede e che lo stesso servizio è offerto -anche da Vodafone- gratuitamente tramite App o sito internet.
  7. Il servizio antivirus a pagamentoVodafone ha introdotto un servizio antivirus denominato Rete sicura: questo, inserito di default all’attivazione della sim, è gratis per i primi 3 rinnovi, poi costa € 1 ogni 4 settimane. Purtroppo, si rileva che molti utenti hanno lamentato di aver appreso che il rinnovo del servizio fosse a pagamento solo dopo aver ricevuto l’addebito del costo.
  8. L’omessa o inadeguata informativa circa i costi del servizio tetheringVodafone non renderebbe immediatamente percepibile che il servizio di navigazione in modalità hotspot ha un costo “ulteriore” rispetto alla cd. tariffa base. A conferma della supposta scorrettezza della pratica commerciale in questione, si ricorda che l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha diffidato Vodafone per aver imposto un pagamento per la fruizione del servizio di connettività ad internet da rete mobile in modalità tethering.
  9. L’addebito di penali in caso di recesso da un contratto di abbonamento. Facciamo una premessa: se il recesso avviene prima della scadenza del termine minimo di durata del contratto, ma è giustificato dalla non accettazione delle variazioni contrattuali proposte dal gestore, nulla è dovuto dall’utente. Sembrerebbe invece che con Tim, l’attivazione di Tim Special Medium è 5 euro in promozione (da 44 di listino per addebito su carta di credito), ma se si passa ad altro operatore prima di 24 mesi la penale prevista è di 39 euro. Discorso analogo con Wind che prevede una penale di 16 euro per il recesso prima di 24 mesi e con Tre, che richiede 49 euro se si disdice il vincolo di All-In Prime Special anticipatamente. Mentre Vodafone, se la promozione Vodafone Smart viene abbandonata prima di aver ricaricato il conto almeno di 180 euro, richiede come penale 26 euro.
  10. L’addebito di costi di attivazione delle sim nei punti vendita. Tutti gli operatori richiederebbero agli utenti che intendono attivare una sim nei punti vendita, oltre che il costo della scheda (in genere 5 euro), un ulteriore costo una tantum per la sua l’attivazione (prezzo che varia dai 3 ai 5 euro indebitamente richiesto ai consumatori, considerato che l’attivazione sul portale online del gestore è gratuita).

Insomma di costi nascosti in bolletta ne abbiamo trovati diversi, sarà l’Antitrust a stabilire se esistono degli illeciti, ma in ogni caso auspicheremmo ben altro atteggiamento da parte delle compagnie che possono sicuramente farsi la guerra dei prezzi, ma lo facciano in maniera trasparente!

Autore: Simona Volpe
Data: 4 maggio 2018

 

 

UNC VINCE IL PREMIO ANTITRUST: MIGLIORE ASSOCIAZIONE CONSUMATORI!

 

La Commissione esaminatrice del Premio Antitrust ha comunicato la vittoria dell’Unione Nazionale Consumatori per la categoria “associazioni di consumatori” per “il complesso delle azioni di contrasto alle pratiche commerciali scorrette“.

Il Premio va all’associazione che, nell’anno in corso o immediatamente precedente alla pubblicazione del bando di indizione del Premio, si è maggiormente distinta nella diffusione dei valori della concorrenza o nella tutela dei diritti dei consumatori.

Ringraziamo la Commissione esaminatrice e l’Authority per il riconoscimento avuto che premia tutti quelli che dal 1955 ad oggi hanno lavorato e lavorano all’interno dell’associazione per tutelare i diritti dei consumatori.

“Vincerlo ora -come sottolineato da Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori- vuol dire che il nostro impegno non è mai venuto meno e che siamo in prima linea nel tutelare i consumatori da soprusi e vessazioni“.

Per chi ancora non ci conoscesse e per chi semplicemente vuole ripercorrere  i numeri, le battaglie e le vittorie del nostro 2017 insieme non perdete il nostro Report Attività 2017. 

Per scoprire tutte le attività 2017 di Unc scarica il Report

Canone Rai : approvato modello per esenzione 75 anni

E’ disponibile sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate il nuovo modello che i contribuenti con più di 75 anni di età e con un reddito inferiore alla soglia reddituale prevista, possono utilizzare per richiedere l’esenzione dal pagamento del canone tv.

Un provvedimento del direttore dell’Agenzia ha approvato, infatti, il modello da utilizzare e le indicazioni operative da seguire per ottenere l’agevolazione. Con lo stesso provvedimento viene inoltre definito il nuovo modello di rimborso per coloro che, pur avendo diritto all’esenzione, hanno già pagato il canone tv.

L’agevolazione spetta per l’intero anno se il compimento del 75° anno è avvenuto entro il 31 gennaio dell’anno stesso, mentre spetta solo per il secondo semestre se il compleanno è tra il 1° febbraio ed il 31 luglio dell’anno.

Per usufruire di questa agevolazione è necessario presentare la dichiarazione sostitutiva di esenzione, utilizzando il modulo presente sui siti www.agenziaentrate.gov.it e www.canone.rai.it.

Se, pur avendo diritto all’esenzione, il canone tv è già stato versato, è possibile richiedere il rimborso utilizzando l’apposito modulo. Con la stessa istanza può essere richiesta contestualmente anche l’esenzione dal canone.

L’istanza va presentata, insieme alla copia di un valido documento di riconoscimento, tramite raccomandata senza busta al seguente indirizzo: Agenzia delle Entrate, Ufficio di Torino 1, S.A.T. – Sportello abbonamenti TV – Casella Postale 22 – 10121 Torino.

La dichiarazione sostitutiva e la richiesta di rimborso possono essere trasmesse anche tramite posta elettronica certificata, all’indirizzo cp22.sat@postacertificata.rai.it purché i documenti siano firmati digitalmente. Infine, tali richieste possono essere consegnate dall’interessato presso qualsiasi ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate.

BOLLETTA ELETTRICA: RIDOTTO IL PERIODO DI PRESCRIZIONE DA 5 A 2 ANNI

Finalmente è entrata in vigore la legge, come da tempo richiesto dall’Unione Nazionale Consumatori, che dovrebbe arginare le maxi bollette!
L’Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) con la delibera 97/2018/R/com ha applicato quanto previsto nella legge di bilancio 2018, riducendo da 5 a 2 anni il periodo entro il quale si prescrivono i consumi di elettricità gas e acqua

La norma varrà solo per le fatture in scadenza dopo:

A) Per Energia Elettrica: 1° marzo    2018    
B) Per Gas: 1° gennaio 2019 
C) Per Acqua: 1° gennaio 2020

E non avrà valore retroattivo per i conguagli con scadenze precedenti a questa data.
La prescrizione va richiesta con almeno 10 giorni di anticipo rispetto alla scadenza, non viene applicata in maniera automatica.
In caso d’apertura di un procedimento dell’Autorità Garante (AGCM) e di reclamo inviato dal cliente all’Azienda , i pagamenti saranno sospesi. La norma prevede che queste prescrizioni non si applichino se la mancata o erronea rilevazione dei consumi sia dovuta a responsabilità del cliente stesso.
Quindi si stabilisce il diritto alla sospensione dei pagamenti in caso di contestazione, ma nel contempo si responsabilizza il consumatore nel controllare la correttezza delle letture fatturate utilizzando l’autolettura.
Potete rivolgervi ai nostri uffici per richiedere assistenza.

Pagheremo l’energia anche per i morosi…non può essere a carico di tutti!

Molti di voi avranno seguito in questi giorni la polemica sui giornali in merito ad una delibera dell’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) che stabilisce che una parte degli oneri non incassati per morosità ricadrà su tutti i consumatori di energia elettrica.

Anche se si tratta di una decisione frutto di una serie di sentenze della giustizia amministrativa da cui è derivata la delibera dell’Autorità, resta un vero e proprio sopruso che va ad aggiungersi a tutti quegli oneri impropri che già gravano sulle spalle dei consumatori.

Per questo motivo l’Unione Nazionale Consumatori lancia la campagna #bollettagiusta per chiedere ai futuri governati di impegnarsi per far pagare equamente l’energia che consumiamo.

ADERISCI ALLA CAMPAGNA #BOLLETTAGIUSTA  –  CLICCA QUI PER  ADERIRE!
E SCOPRI LE NOSTRE RICHIESTE!

Ma cosa è successo nell’ultima settimana nel mercato dell’energia e cosa dobbiamo aspettarci nella prima bolletta del 2018?

È necessario fare un po’ di chiarezza spiegando innanzi tutto cosa effettivamente paghiamo in bolletta elettrica.
COSA PAGHIAMO IN BOLLETTA
Le nostre bollette dell’elettricità sono costituite fondamentalmente da quattro macro voci:

  • l’energia consumata
  • i costi per la gestione della rete elettrica (distribuzione, contatori, ecc)
  • l’IVA e le altre imposte
  • gli oneri generali di sistema

Di queste quattro macro voci l’unica che rimane effettivamente nelle casse delle società di vendita (chi ci manda a casa regolarmente le bollette) è la prima relativa all’energia realmente consumata dal cliente e fornita dal venditore. Le altre sono voci cosiddette  “passanti” perché vengono raccolte dalla società di vendita attraverso le fatture ma solo per essere poi trasferite ad altri soggetti (ad esempio i distributori locali, Terna, lo Stato, ecc ecc).
ONERI DI SISTEMA: DI CHE SI TRATTA
Nella voce oneri generali di sistema rientrano tutta una serie di costi parafiscali pagati dalla collettività per finanziare, per la stragrande maggioranza, politiche industriali. Di fatto servono per:

  • messa in sicurezza del nucleare e misure di compensazione territoriale;
  • incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate;
  • copertura delle agevolazioni tariffarie riconosciute per il settore ferroviario;
  • sostegno alla ricerca di sistema;
  • copertura del bonus elettrico (non viene pagato dai clienti cui è stato riconosciuto il bonus sociale);
  • copertura delle agevolazioni per le imprese a forte consumo di energia;
  • integrazioni delle imprese elettriche minori e promozione efficienza energetica.

La percentuale sulla spesa di questi oneri è molto aumentata negli ultimi 10 anni fino ad arrivare in certi periodi al 25% della spesa totale e ad attestarsi ad oggi (sulla base dell’ultimo aggiornamento trimestrale dell’ARERA)  al 19,65%.

Da anni,  gli investimenti di politica industriale per finanziare le rinnovabili, smaltire le scorie della nostra breve avventura nucleare, prevedere degli sconti ad aziende energivore per far continuare loro l’attività, ecc ecc,  anziché finire sulla fiscalità generale sono pagati con i soldi presi dalle tasche dei consumatori anche dei più vulnerabili!

Ora, beffa delle beffe, una parte di questi oneri non pagati dai morosi verrà redistribuita tra tutti gli altri!

COSA PREVEDE L’AUTORITA’ SUI MOROSI
Come detto, l’ARERA ha previsto che sia redistribuita tra tutti gli utenti una quota della morosità degli oneri di sistema, ma è necessario un ultimo chiarimento: la quota redistribuita riguarda solo, citando l’ARERA, “una particolare casistica, limitata numericamente, e solo una parte degli oneri generali di sistema previsti per legge. In particolare, il riconoscimento individuato dall’Autorità per i soli distributori è parziale e attiene ai soli oneri generali di sistema già da loro versati ma non incassati da quei venditori con cui, a fronte della inadempienza di questi ultimi, i distributori hanno interrotto il relativo contratto di trasporto di energia, di fatto sospendendo così a tali soggetti la possibilità di operare nel mercato dell’energia.”

Questo significa che la quota redistribuita riguarda solo quella parte di oneri che sono stati già anticipati dalle società di distribuzione per quanto dovuto alle società di vendita dai loro clienti e che le società di vendita non hanno versato non avendole incassate dai loro clienti morosi!

LA CAMPAGNA UNC PER UNA #BOLLETTAGIUSTA
Nonostante queste precisazioni e fermo restando che la decisione dell’Arera risponde ad una sentenza del Tar e del Consiglio di Stato, come rappresentanti dei consumatori non possiamo avallare questa decisione  poiché si vanno a socializzare dei costi aggiuntivi (gli oneri di sistema, appunto) che, secondo noi dell’UNC, i cittadini non avrebbero dovuto pagare sin dall’origine!

Questo è solo una parte del problema in un mercato in cui tanto bisogna fare per la trasparenza anche considerato quanto è complicato interpretare la bolletta elettrica.

Per questo, ancora una volta chiediamo l’aiuto di tutti voi per far sentire la nostra voce di consumatori e pretendere una #bollettagiusta.

Aderisci alla nostra campagna e scopri le nostre richieste.

Un decalogo utile per difendersi dai…”maghi “

Santoni, maghi, guaritori, medium, le definizioni si sprecano, ma il comune denominatore è sempre lo stesso: professionisti dell’inganno che approfittano dei momenti di debolezze delle persone dando false speranze  in cambio di denaro.

All’inganno spesso si aggiunge la vergogna di chi non vuole denunciare perché si sente mortificato e colpevole, ma è fondamentale prendere atto che  a tutti può capitare di cadere nella rete di veri e propri truffatori che sanno bene come prendersi gioco della gente e su cosa fare leva.

Ecco poi dieci consigli antitruffa che possono essere d’aiuto per difendersi dai ciarlatani:

  1. Evitate di incontrare il “mago” da soli, è sempre meglio farsi accompagnare da una persona fidata.
  2. Parlate il meno possibile, non fornite dati personali (indirizzo, numero di telefono, professione e soprattutto dati bancari!).
  3. Nel caso vi sia stata richiesta l’adesione ad associazioni, circoli o club, fatevi mettere tutto per iscritto: se si rifiutano, qualcosa non quadra! Ma evitate di consegnare denaro (e in particolare contanti perché il pagamento non è dimostrabile) il più delle volte chiedono soldi per amuleti o altro materiale senza alcun valore.
  4. Non credete a spot e pubblicità che promuovono i risultati ottenuti da questi “santoni”: sono spesso annunci a pagamento e comunque servono solo a reclutare adepti.
  5. Non fatevi influenzare da immagini, libri sacri o testimonianze di vip: è fumo negli occhi!
  6. Non coinvolgete bambini e adolescenti né fatevi convincere a presentare altri amici e conoscenti: il rischio è quello di alimentare la setta!
  7. Non vergognatevi di aver avuto un momento di debolezza: può capitare a tutti di essere in crisi e nella maggior parte dei casi si ha a che fare con professionisti dell’inganno, crederci non vuol dire essere meno intelligenti o preparati.
  8. Rivolgetevi ai veri esperti: purtroppo non esistono scorciatoie e per risolvere i problemi di salute è necessario andare dal medico, se si ha un problema legale da un avvocato e così via… alle volte poi basta un familiare o un confidente con cui confidarsi, non risolve il problema, ma è gratis!
  9. Denunciate! Ricordate che in Italia fare il mago è vietato quindi rivolgetevi senza remore all’Autorità giudiziaria e se avete bisogno di chiarimenti contattateci attraverso i nostri sportelli
  10. Non fatevi convincere a cominciare una cura (o a interrompere le terapie che ha prescritto il medico) non assumere pillole, bevande o pozioni.

Autore: Unione Nazionale Consumatori
Data: 7 febbraio 2018