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DOMANDA RESTITUZIONE DIAMANTI: UBC VI AIUTA A PRESENTARLA.

Il curatore del fallimento della società Intermarket Diamon Business S.p.a. (IDB) contattato dall’Unione Bergamasca Consumatori, ha indicato le modalità per la richiesta di restituzione dei diamanti.

Il curatore del fallimento ha precisato che la domanda di restituzione dovrà  essere depositata unicamente tramite pec (posta certificata e non invece  e.mail semplice).

Escluso il deposito a mano ovvero la spedizione tramite posta.

Il modulo da compilare per la domanda di restituzione è stato fornito dal curatore.

Unione Bergamasca Consumatori, tramite i propri avvocati si rende disponibile a predisporre e presentare alla procedura fallimentare detta domanda con invio della medesima tramite posta certificata.”.

 

SOS Diamanti: fallimento Intermarket Diamond Business S.p.a.

Il Tribunale di Milano ha dichiarato il fallimento della società Intermarket Diamond Business S.p.a. (IDB) con la sentenza n. 43/2019 del 15 gennaio 2019.

Tutti coloro che hanno acquistato i  diamanti di investimento e li hanno lasciati in deposito presso IDB non possono più richiedere la restituzione delle pietre attraverso la filiale della banca, bensì devono presentare una istanza alla procedura fallimentare entro il giorno 08 marzo 2019.

Unione Bergamasca Consumatori ha sempre consigliato di richiedere a IDB la restituzione delle pietre e quindi ribadisce questo indirizzo.

Unione Bergamasca Consumatori, tramite i propri avvocati si rende disponibile a predisporre e presentare alla procedura fallimentare detta domanda.”.

Carta di credito clonata: 10 consigli per non farsi truffare

Per quanto possano essere considerati “sicuri”, i pagamenti con carta di credito e bancomat rimangono esposti a rischi, e ciò vale sia se si fanno acquisti on line sia se si fa la spesa al supermercato o si compra un prodotto in un negozio. Gli episodi di carte clonate purtroppo sono diffusissimi e le precauzioni basilari da seguire, come ad esempio stare attenti a non essere osservati quando si fa un prelievo allo sportello della propria banca, non sono sufficienti.

Ecco dieci consigli utili per evitare di incappare in questo genere di truffa e “limitare i danni” se si è già stati truffati.

1) Fare attenzione quando si fa un prelievo

Quando si fa un prelievo di contanti allo sportello occorre fare attenzione a non essere osservati e a coprire la tastiera quando si digita il codice PIN della carta. Ma non solo. È infatti consigliabile accertarsi che sullo sportello non siano collocati skimmer – ossia dei piccoli dispositivi elettronici che vengono inseriti nei bancomat per clonare le carte di pagamento e rubare i dati del codice segreto – e che nei pressi dello sportello non siano installate micro-telecamere. Inoltre, è bene stracciare la ricevuta del prelievo prima di buttarla nel cestino poiché vi sono riportati due dati sensibili, vale a dire il numero della carta di credito e la sua data di scadenza. Infine, è importante non conservare il PIN insieme alla carta di credito.

2) Controllare periodicamente l’estratto conto

La clonazione della carta di credito e del bancomat è un fenomeno molto insidioso perché solitamente il titolare della carta non si accorge immediatamente di aver subito una truffa. Per questo motivo occorre predisporre un controllo periodico dei movimenti e attivare servizi di notifica sms per ogni operazione, in modo da poter prendere subito precauzioni in caso di operazioni anomale.

3) Conservare gli scontrini di prelievi e pagamenti

Può essere utile conservare le ricevute per controllare l’estratto conto e riconoscere più agevolmente spese sospette.

4) Bloccare la carta di credito

Se guardando l’estratto conto si visualizza una transazione “sospetta” o della quale non ci si ricorda, la prima cosa da fare è bloccare la carta. Solo così si potranno evitare ulteriori addebiti. Per effettuare il blocco occorre chiamare il numero di telefono preposto della banca o dell’istituto che ha emesso la carta. Solitamente, si tratta di un numero verde di emergenza disponibile 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Se questo numero non è stato registrato nella rubrica del cellulare, lo si può cercare su Internet cliccando poche parole chiave, come “numero verde” e “bloccare carta di credito” oltre al nome della banca.

5) Presentare la denuncia ai carabinieri o alla polizia

Dopo aver bloccato la carta di credito, la seconda cosa da fare è sporgere denuncia presso la più vicina stazione dei carabinieri o della polizia. Si tratta di un passaggio fondamentale, perché saranno le autorità a fornire la copia della denuncia che poi l’utente truffato dovrà allegare alla documentazione necessaria per chiedere alla sua banca il rimborso della cifra che gli è stata sottratta illecitamente­.

6) Quando si ha diritto a chiedere il rimborso?

L’utente a cui è stata clonata la carta ha diritto a chiedere il rimborso alla sua banca (o al circuito della carta di credito) e a ottenere la restituzione della cifra che gli è stata sottratta, ma solo a tre condizioni: deve aver custodito con attenzione la carta che gli è stata clonata; deve aver bloccato la carta appena ha notato transazioni sospette sull’estratto conto; se ricevuta dalla sua banca notifica via sms di una transazione, ha provveduto a contestarla immediatamente.

7) Come si presenta la domanda di rimborso?

La domanda di rimborso, corredata dalla copia della denuncia presentata ai carabinieri o alla polizia, da copia dell’estratto conto e da copia fronte e retro della carta clonata tagliata in due, dovrà essere inviata entro sessanta giorni dal furto alla propria banca (o al circuito emittente la carta di credito) con lettera raccomandata con ricevuta di ritorno. La banca (o il circuito della carta di credito) sono obbligati alla restituzione della cifra non autorizzata. Nel caso in cui la banca disponga di una copertura assicurativa, è più facile ottenere la restituzione del denaro, ma anche in caso contrario e di fronte al rifiuto della banca si consiglia di insistere nella richiesta, eventualmente coinvolgendo la nostra organizzazione. Per i consumatori che avessero bisogno di assistenza nel contenzioso con la banca e l’attivazione della pratica di rimborso, possono rivolgersi ai nostri esperti, attraverso lo sportello Banche sul nostro sito.

8) Più tutele con la nuova normativa UE

Dal 13 gennaio 2018, con l’entrata in vigore di una nuova normativa europea che pone fine ai sovraprezzi sui pagamenti con carta di credito, bancomat e bonifici, i consumatori dei Paesi membri sono maggiormente tutelati nel caso di frode, furto, clonazione o smarrimento della carta e acquisto non autorizzato. Fino ad oggi il possessore della carta rubata o clonata veniva considerato responsabile dei primi 150 euro spesi in operazioni da lui non riconosciute ed effettuate prima della sua denuncia. Dal 13 gennaio 2018 la franchigia è di 50 euro. Per gli acquisti on line, la responsabilità è invece zero se la banca non ha richiesto un controllo di identità.

9) Acquisti on line: le precauzioni da seguire

Quando si fanno acquisti su Internet, occorre sempre verificare l’attendibilità dei siti di e-commerce e dei venditori (leggendo le recensioni pubblicate dagli utenti) e accertarsi che questi siti utilizzino il protocollo HTTPS (HyperText Transfer Protocol over Secure Socket Layer) riconoscibile dalla presenza di un lucchetto serrato nella barra degli indirizzi del browser usato. Gli acquisti vanno fatti usando dispositivi considerati sicuri e reti Wi-Fi non pubbliche ma private. È preferibile pagare con carta di credito o paypal e non comunicare mai i riferimenti o altri dati personali per email. Inoltre, è bene diffidare dalle email sospette, come quelle che chiedono di reimpostare la password d’accesso ai servizi di home banking o ai social network (si tratta del fenomeno molto diffuso del phishing).

10) Acquisti nei negozi: come comportarsi

Nel caso in cui si effettua un acquisto in un negozio con carta, è bene recarsi sempre personalmente alla cassa, evitando dunque di demandare il compito a uno sconosciuto (ad esempio un cameriere se si è al ristorante o l’addetto alla pompa di benzina se si sta facendo rifornimento di carburante). È inoltre consigliabile utilizzare sia carte prepagate (ad esempio HYPE, PostePay o PayPal) che non sono collegate a un conto corrente, sia sistemi di pagamento smart che utilizzano la tecnologia NFC, un sistema che permette di usare lo smartphone per effettuare pagamenti con carta di credito.

SE HAI BISOGNO DEL NOSTRO AIUTO, SCRIVICI ALLO SPORTELLO BANCHE

DIAMANTI : TAR DEL LAZIO OK SANZIONI ANTITRUST DA 12,3 MIL A BANCHE E INTERMEDIARI

l Tar Lazio, con 5 sentenze depositate il 14 novembre (nn. 10965-10969), ha confermato 12,3 mln di sanzioni irrogate nell’ottobre 2017 dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato a banche e intermediari per due pratiche commerciali scorrette. Nel mirino  dell’Antitrust erano finite la «prospettazione omissiva e ingannevole» ai consumatori di alcune caratteristiche «dell’investimento in diamanti», nonché l’«aggravamento delle condizioni per il diritto di recesso».

Respinti dunque i ricorsi di Diamond  Private Investment e Intermarket Diamond Business, sanzionate rispettivamente per uno e due milioni di euro per entrambe le condotte.

BOCCIATI ANCHE I RICORSI DI UNICREDIT, 4 MILIONI, BANCO BPM, 3,35 MILIONI, MONTE PASCHI SIENA, DUE MILIONI, PER LA DIFFUSIONE DI MATERIALE PROMOZIONALE.

Il tribunale insiste poi sul ruolo attivo dei funzionari nella vendita dei diamanti presso i risparmiatori, così rafforzando nel cliente l’idea che la  “banca fosse il suo interlocutore”. Di estremo rilievo, prosegue la decisione, è il contenuto dei reclami, dai quali “appare chiara l’attività di promozione e consiglio svolta dai funzionari” nell’acquisto “previa prospettazione dei vantaggi”.

 

 

Vendita a domicilio, non perdere la nostra guida

 

Acquistare a casa senza fila e senza stress con un consulente a propria disposizione che illustra le caratteristiche di beni e servizi e la possibilità una volta concluso l’acquisto di cambiare idea esercitando il recesso: sono i vantaggi della vendita a domicilio, un settore che non conosce crisi e anzi registra un volume di affari di circa 2.9 miliardi di euro, in crescita nel 2017 del 2,5 per cento rispetto all’anno precedente.

L’altra faccia della medaglia è il rischio di truffe e raggiri che purtroppo, anche  a livello psicologico è ancora più forte quando si apre la porta della propria abitazione ad uno sconosciuto: per questo noi dell’Unione Nazionale Consumatori, in collaborazione con Avedisco-Associazione Vendite Dirette Servizio Consumatori, abbiamo realizzato una guida per fornire ai consumatori gli strumenti adeguati per cogliere il “bello delle vendite porta a porta”.

SCARICA LA GUIDA VENDITA A DOMICILIO

La guida in poche pagine accompagna il consumatore nelle vendite a domicilio, da quando apre la porta di casa, dando quindi le indicazione per riconoscere un incaricato alle vendite affidabile, passando per il pagamento e poi eventualmente il diritto di recesso, tutto sottoforma di domanderisposte a misura di consumatore. Alla fine 10 consigli pratici riassumono tutto ciò a cui prestare attenzione per gli acquisti porta a porta: chiedere all’incaricato di mostrare il tesserino di riconoscimento e di illustrare le caratteristiche dei prodotti e condizioni d’acquisto, controllare la presenza sul contratto di adempimenti per la tutela della privacy e conservare la copia dell’ordine: sono solo alcuni dei consigli che semplificano il rapporto tra consumatore e venditore.

Ad impreziosire la guida, la testimonianza di due rappresentanti delle Autorità che regolano il settore delle vendite a domicilioGiovanni Calabrò, Direttore Generale per la Tutela del Consumatore dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e Giuseppe Busia, Segretario generale del Garante per la protezione dei dati personali.

Insomma, prima di affidarsi alla vendita a domicilio per l’acquisto di aspirapolveri, surgelati o robot da cucina (che risultano tra i prodotti più venduti) date un’occhiata alla nostra guida e in caso di problemi contattate gli esperti della nostra associazione attraverso gli sportelli in home page.

Caso diamanti: nomina di un perito.

L’Unione Bergamasca Consumatori, tramite i propri avvocati, ha depositato due ricorsi (un terzo è in fase di deposito) avanti il Tribunale di Bergamo per la nomina di un perito estimatore dei diamanti per investimento venduti ai risparmiatori che si sono rivolti alla nostra associazione.

Il Tribunale di Bergamo ha fissato per il giuramento del perito e la predisposizione del quesito l’udienza del 04  Ottobre 2018.

Il procedimento promosso dai nostri avvocati prevede anche il formale tentativo di conciliazione con la banca con riferimento al risarcimento dei danni patiti dai risparmiatori”.

Caso diamanti, chiesta una perizia al giudice

La strada sembra essere quella di una perizia: un accertamento tecnico da parte di un esperto designato dal Giudice Civile per verificare l’effettivo valore dei diamanti oggetto della querelle.

Più esattamente precisa l’Avvocato Forcella che per l’Unione Consumatori assiste una trentina di persone, “interessa individuare il valore sia al momento dell’acquisto delle pietre preziose, sia il loro valore attuale”.

Ovvero interessa anche capire se i diamanti siano stati o meno venduti a un prezzo superiore al loro valore di mercato. “Abbiamo fatto istanza – spiega il legale, che con questo ricorso chiama in causa l’ex Credito Bergamasco, ora assorbito in Banco Bpm – il giudice dovrà valutarla e, soprattutto, cercare un esperto gemmologo che sia al tempo stesso preparato sul tema e non collegato ad alcuna delle parti in causa”.

La vicenda, su cui ora la parola passa al tribunale civile di Bergamo, vede coinvolti a livello nazionale circa 50 mila compratori (un migliaio in Bergamasca) che, tra il 2011 e il 2015, hanno acquistato dalla Intermarket Diamond Business diamanti con valore medio di circa 10.000 euro il pezzo: pietre che si sarebbero però rivelate di valore nettamente inferiore.

Altre banche che avevano proposto l’acquisto ai clienti hanno già optato per il rimborso.

Unica a non averlo ancora fatto è appunto Banco Bpm:  “Avevamo unicamente il ruolo di segnalatrice di IDB – chiarisce la Bpm -. Stiamo valutando caso per caso.