Conciliazione, domani al via nuova procedura

Liti tra consumatori e aziende? Da domani ci sarà una nuova procedura più semplice e uniforme per la risoluzione alternativa delle controversie, come previsto dal decreto legislativo n. 130 approvato il 6 agosto 2015 in attuazione della direttiva 2013/11/UE. “Finalmente è prevista un’armonizzazione a livello nazionale di tutte le procedure di conciliazione esistenti” commenta Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori, che però lancia un allarme: restano fuori le società di recupero crediti?

 

conciliazioneDa domani, con l’entrata in vigore del decreto, tutte le conciliazioni attualmente svolte da vari organismi (Corecom, Autorità per l’energia elettrica ed il gas, Autorità delle comunicazioni, Arbitro Bancario e Finanziario) avranno una procedura uniforme, sia in termini di formazione e requisiti dei conciliatori, sia rispetto alla domanda di conciliazione che deve compilare il consumatore per accedere alla procedura.

“Una semplificazione necessaria ed un passo avanti nella direzione della trasparenza. Una legge che facilita l’accesso e valorizza strumenti che sono importanti per poter esercitare i propri diritti, ma soprattutto per ottenere una soluzione molto veloce e a costi sempre contenuti, spesso gratuiti, con ricadute ed effetti indiretti molto positivi in termini di decongestione del contenzioso nei tribunali e di riduzione dei tempi della giustizia” spiega Dona che però aggiunge:“Unica macchia della legge, sono le esclusioni da questa procedura. In particolare quelle previste dal punto 8, lettera f, secondo cui la nuova norma non si applica alle procedure avviate da un professionista nei confronti di un consumatore che sembra escludere tutte le vertenze per le quali il professionista ha già attivato delle procedure“.

Secondo il Segretario dell’UNC si tratta di “un articolo preoccupante, in particolare, rispetto alle società di recupero crediti, perché sembra esclusa la possibilità per il consumatore di accedere alla conciliazione per contestare un addebito, se il professionista creditore ha già ceduto il credito ad una società di recupero crediti. Sarebbe un bel regalo alla lobby delle società di recupero crediti che già vessano i consumatori con richieste pressanti, al limite della scorrettezza” ha concluso l’avv. Dona.